
Siete pronti a rivivere i momenti più scintillanti (e qualcuno meno) degli Oscar 2025? Dalle performance mozzafiato ai look più audaci (nel bene e nel male), passando per discorsi memorabili e qualche scivolone evitabile, ecco il nostro verdetto su una notte che ha fatto discutere il mondo intero. Avete seguito la diretta? Cosa ne pensate? Lasciate un commento e condividete questo articolo! E non dimenticate di seguire il mio sito per altri contenuti esclusivi: https://viral.begastyle.com.
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Flop: Ma ‘ndo vai se l’abat-jour non ce l’hai?
Partiamo con un pizzico di ironia. Amiamo Ariana Grande e Cynthia Erivo, e ci aspettavamo look teatrali degni delle regine di Oz. Ma forse, dico forse, questa volta hanno esagerato un po’? Pur rispettando il mood pink & dark dei loro personaggi, le novelle Elphaba e Glinda sembravano più due eleganti abat-jour, perfette per illuminare una sala da tè o un ufficio di design.
Premessa: le amiamo e dalle regine di Oz Cynthia Erivo e Ariana Grande ci aspettavano un look teatrale, ma così non è un filo too much? Pur rispettando il mood pink & dark dei loro personaggi, le novelle Elphaba e Glinda paiono più due abat-jour, una per la sala da tè, e l’altra per l’ufficio. Ma la “modalità lampada” deve aver contagiato anche Zoe Saldaña, in versione bordeaux per il salotto della zia, con tanto di catenella per accendere e spegnere. Per fortuna ci sono Timothée Chalamet in completo giallo burro monocromatico (un riferimento a Big Yellow Taxi?) e queen Demi Moore in total sparkles (pardon): doveva essere la sua notte, non è andata, ma – a 62 anni – rimane la più figa di tutte.
E la “modalità lampada” sembra aver contagiato anche Zoe Saldaña, in una versione bordeaux che ricordava l’arredamento del salotto della zia. Fortunatamente, Timothée Chalamet, con il suo completo giallo burro monocromatico, e la sempre iconica Demi Moore, in total sparkles, hanno salvato la situazione! Demi, a 62 anni, rimane la più elegante e sofisticata di tutti. Che ne pensate?
Top: Glinda ed Elphaba Incendiano il Palco
Dopo un toccante omaggio a Los Angeles devastata dagli incendi, è arrivato il momento dei Broadway Kids, con un medley esplosivo da Il Mago di Oz, The Wiz e Wicked. Ariana Grande, vestita di rosso (le iconiche scarpette!), ha offerto una magnifica interpretazione di Somewhere Over the Rainbow, strappando le prime lacrime della serata.
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Poi è stata la volta di Cynthia Erivo, con una performance inaspettata sulle note di Home. Altre lacrime! Infine, Glinda ed Elphaba hanno unito le loro voci per il pezzo forte del loro film, Defying Gravity, con Ariana che ha sapientemente lasciato spazio a Cynthia per interpretare a squarciagola il cavallo di battaglia del suo personaggio. Il Dolby Theatre era in piedi, e anche noi sul divano. Un’apertura di cerimonia tra le migliori degli ultimi vent’anni! E voi, vi siete emozionati?
Dopo l’omaggio a L.A. devastata dagli incendi, è il momento dei Broadway Kids con un medley da Il mago di Oz, The Wiz e Wicked. Ariana Grande sale sul palco di rosso vestita (le scarpette rosse!) per una magnifica interpretazione di Somewhere Over the Rainbow. Vai con la prima lacrimuccia. Poi è toccato a Cynthia Erivo con un’inaspettata performance sulle note di Home. Seconda lacrimuccia. Poi Glinda ed Elphaba hanno unito le voci per il pezzo forte del loro film, Defying Gravity, con Ariana che si è fatta da parte per lasciare che Cynthia cantasse a squarciagola il cavallo di battaglia del suo personaggio. E qui non si tiene più nessuno, manco Michelle Yeoh, Dolby Theatre in piedi e pure noi sul divano. Una delle migliori aperture di cerimonia da vent’anni a questa parte.
Flop: Discoursi di Presentazione Migliori Costumi: Che Sofferenza!
Trovare le parole giuste per esprimere emozioni vere durante gli Oscar non è facile, soprattutto per chi deve presentare un premio. E se poi ci si mette lo zampino degli autori, che obbligano un membro del cast a caso a presentare il proprio costumista, il risultato non può che essere disastroso. Una vittoria annunciata (Wicked) si trasforma in una sofferenza smielata. Ma perché? E dov’era la faccia di John Lithgow che ci era stata promessa? Ah no, era pure lui sul palco! Per fortuna, Ben Stiller è arrivato con una scenetta esilarante per introdurre l’Oscar alla miglior scenografia. Imparate dai professionisti! Siete d’accordo?
Top (Che Poteva Diventare un Flop): Conan O’Brien, The Substance e i Tweet di Karla Sofía
Conan O’Brien è uscito dalla schiena di Demi Moore in stile The Substance, perdendo però una scarpa e tornando indietro a recuperarla. Era la sua prima conduzione agli Oscar, ed è partito alla grande, per poi perdersi un po’ nel suo stesso monologo (sarebbe bastato uno dei due momenti).
Conan O’Brien esce dalla schiena di Demi Moore à la The Substance, solo che perde la scarpa e torna dentro per recuperarla. È la prima volta che conduce gli Oscar e parte benissimo, poi si perde, si prende un po’ troppo tempo tra monologo e canzoncina sul non perdere tempo (sarebbe bastato uno dei due). Però blasta fortissimo Netflix (“Trionfa con un’impressionante serie di 18 aumenti di prezzo, e dicono che potrebbero fare ancora meglio l’anno prossimo”) e Amazon (con “Jeff Bezos” che consegna pacchi sul red carpet). Poi le gag con John Lithgow (“Se il discorso di accettazione è troppo lungo, inquadreremo la faccia delusa di John Lithgow”) e con Adam Sandler vestito “come uno che deve giocare a videopoker alle due di mattina”. E infine la chicca: “In Anora c’è una parolaccia che viene detta 479 volte, 3 volte in più di quanto non l’abbia pronunciata l’agente di Karla Sofía Gascón” per chiudere con “Karla, se vuoi fare dei tweet sugli Oscar, ricordati che io mi chiamo Jimmy Kimmel”. Ah, c’è anche: “Siamo a metà spettacolo, il momento in cui Kendrick Lamar dà del pedofilo a Drake pedofilo”. Sbam.
Però, ha letteralmente demolito Netflix (“Trionfa con un’impressionante serie di 18 aumenti di prezzo, e dicono che potrebbero fare ancora meglio l’anno prossimo”) e Amazon (con “Jeff Bezos” che consegna pacchi sul red carpet). Spassose le gag con John Lithgow (“Se il discorso di accettazione è troppo lungo, inquadreremo la faccia delusa di John Lithgow”) e con Adam Sandler vestito “come uno che deve giocare a videopoker alle due di mattina”. E, per finire, la chicca: “In Anora c’è una parolaccia che viene detta 479 volte, 3 volte in più di quanto non l’abbia pronunciata l’agente di Karla Sofía Gascón”, concludendo con: “Karla, se vuoi fare dei tweet sugli Oscar, ricordati che io mi chiamo Jimmy Kimmel”. Ironia tagliente, che dite?
Flop: I Complottisti tra Conclave e i Problemi di Salute del Papa
I complottisti (e i commentatori) si sono già scatenati: com’è che si parla tanto di Conclave agli Oscar proprio nel periodo in cui si rischia davvero un conclave per le precarie condizioni di salute del Papa? Esiste una cosa chiamata fatalità, e in questo caso è stata piuttosto kitsch, creando un’associazione automatica con il film di Edward Berger. Chissà cosa ci dirà Falsissimo di questo periodo storico, tra qualche tempo. Per il momento: FLOP. Credete al caso o al destino?
Top: Kieran Culkin Strikes Again!
“Ok, ho già detto una parolaccia e perso 25 secondi. Non so come sono arrivato qui, ho solo fatto l’attore per tutta la vita.” Erano probabilmente le parole di ringraziamento più attese della serata e, se la sua vittoria era forse un po’ telefonata (ma non meno meritata), Kieran Culkin ha deliverato, come direbbero i Gen Z.
“Ok, ho già detto una parolaccia e perso 25 secondi. Non so come sono arrivato qui, ho solo fatto l’attore per tutta la vita”. Erano probabilmente le parole di ringraziamento più attese della serata e, se la sua vittoria era forse un po’ telefonata (ma non meno meritata), Kieran Culkin ha deliverato, come dicono i Gen Z. “Jesse (Eisenberg), grazie del tuo genio, goditi questa cosa perché non te la dirò mai più”; ma anche: “Adesso accelero perché non voglio vedere la faccia delusa di Lithgow” (LOL). L’eterno fratello minore si è preso la sua rivincita, e il suo discorso, con candidato-avversario Jeremy Strong (Kendall Roy sfodera una faccia incazzatissima, degna del suo personaggio), è anche un finale alternativo per Succession. Perché alla fine non ci sarebbe dispiaciuto vedere Roman Roy salire al soglio pont… ah, no, questo non è un crossover episode con Conclave. E, come ormai da tradizione, dal palco Kieran chiede in mondovisione alla moglie: “Facciamo il quarto figlio?”. MVP.
“Jesse (Eisenberg), grazie del tuo genio, goditi questa cosa perché non te la dirò mai più”; ma anche: “Adesso accelero perché non voglio vedere la faccia delusa di Lithgow” (LOL). L’eterno fratello minore si è preso la sua rivincita, e il suo discorso, con il candidato-avversario Jeremy Strong (Kendall Roy ha sfoderato una faccia incazzatissima, degna del suo personaggio), è stato anche un finale alternativo per Succession. E, come ormai da tradizione, dal palco Kieran ha chiesto in mondovisione alla moglie: “Facciamo il quarto figlio?”. Un vero MVP! Che ne pensate del suo discorso?
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Flop: Omaggio a James Bond o Marchetta?
Quando Adrien Brody ha baciato Halle Berry sul red carpet 22 anni dopo la volta in cui l’ha fatto ritirando l’Oscar per Il pianista, ci si chiedeva quale fosse la sorpresa legata alla presenza dell’ex Bond Girl (e premio Oscar a sua volta). La risposta è: un pessimo omaggio a 007 o una marchetta ad Amazon?
Ok, la classica clip sulla storia della spia più amata del cinema (ma anche no, ché la notte è già lunga), ma il momento peggiore è stato il medley: Margaret Qualley (prossima Bond Girl?) ballava, Lisa se l’è cavata con Live or Let Die, Doja Cat ha fatto un confronto impietoso con Diamonds Are Forever (e Shirley Bassey: pazza!), e Raye con Skyfall è stata meh. Diciamolo: meglio Annalisa e Giorgia a Sanremo! Concordate?
Top: Isabella!
Trovate qualcosa di più bello e adorabile di Isabella Rossellini in abito blue velvet “dedicato a David Lynch” e con gli orecchini di Ingrid Bergman in Viaggio in Italia, che la madre ha indossato anche agli Oscar quando è stata premiata per Assassinio sull’Orient Express?
Trovate qualcosa di più bello e adorabile di Isabella Rossellini in abito blue velvet “dedicato a David Lynch” e con gli orecchini di Ingrid Bergman in Viaggio in Italia, che la madre ha indossato anche agli Oscar quando è stata premiata per Assassinio sull’Orient Express. “Cerco di raccontare la mia storia: prima sentivo che forse i cognomi dei miei genitori mi tenevano nell’ombra, ma adesso mi mancano più che mai”, ha detto l’attrice, nominata come non protagonista per Conclave. Ce l’abbiamo: il suo +1 per la serata è Laura Dern. Non ha vinto, ma chissenefrega: è favolosa.
“Cerco di raccontare la mia storia: prima sentivo che forse i cognomi dei miei genitori mi tenevano nell’ombra, ma adesso mi mancano più che mai”, ha detto l’attrice, nominata come non protagonista per Conclave. Il suo +1 per la serata è Laura Dern. Non ha vinto, ma chissenefrega: è favolosa! Una vera icona di stile e talento.
Flop: Zero Politica (o Quasi)
Tagliata fuori Karla Sofía Gascón (e quindi tutto il discorso dietro la nomination della prima donna trans nella storia vs l’operazione di cancellazione sulla comunità che sta mettendo in atto Trump), la politica è rimasta fuori da questi Oscar, proprio nel momento in cui ce n’era più bisogno.
Tagliata fuori Karla Sofía Gascón (e quindi tutto il discorso dietro la nomination della prima donna trans nella storia vs l’operazione di cancellazione sulla comunità che sta mettendo in atto Trump), la politica è rimasta fuori da questi Oscar, proprio nel momento in cui ce n’era più bisogno. Giusto Zoe Saldaña accenna all’essere “la prima americana di origine dominicana a ricevere questo Oscar”, Paul Tazewell spiega di essere “il primo uomo nero a trionfare nella categoria costumi” per Wicked e Daryl Hannah gira: “Ucraina!”. Ma l’unico vero discorso autenticamente politico lo fanno i registi di No Other Land: israeliani e palestinesi che si dicono fieramente “fratelli” e parlano per la prima volta di guerra e pace durante la serata. Per concludere con un appello: “Chiediamo al mondo di passare all’azione per fermare le ingiustizie e la pulizia etnica dei palestinesi”. Per fortuna poi c’è pure Brody: “Sono qui una seconda volta per rappresentare i traumi e le oppressioni della guerra sistematica, dell’antisemitismo e del razzismo, prego per un mondo più felice e più inclusivo, il passato può insegnarci qualcosa”. Grazie Adrien, ma è comunque troppo poco.
Giusto Zoe Saldaña ha accennato all’essere “la prima americana di origine dominicana a ricevere questo Oscar”, Paul Tazewell ha spiegato di essere “il primo uomo nero a trionfare nella categoria costumi” per Wicked, e Daryl Hannah ha urlato: “Ucraina!”. Ma l’unico vero discorso autenticamente politico è stato quello dei registi di No Other Land: israeliani e palestinesi che si sono detti fieramente “fratelli” e hanno parlato per la prima volta di guerra e pace durante la serata. Troppo poco, purtroppo. Siete d’accordo?
Top: Mick Jagger, io sono leggenda!
Non sappiamo che Substance si inietti Mick Jagger, ma ne prenderemmo lo stesso, grazie. Standing ovation del Dolby Theatre appena il frontman dei Rolling Stones è comparso a sorpresa in scena, legend.
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“Per quanto mi faccia piacere presentare questo premio, non ero la prima scelta. I produttori volevano Bob Dylan. Ma lui ha detto no, perché sostiene che le migliori canzoni di un film quest’anno fossero in A Complete Unknown,” ha scherzato Jagger prima di fare persino una discreta imitazione di Mr. Zimmerman. “Bob ha detto: ‘Dovreste trovare qualcuno più giovane. Eccomi qua, io sono più giovane'”. Short, sweet, perfetto. Uno spettacolo rock’n’roll condensato in una manciata di minuti. Possiamo chiederne ancora? Vorremmo vederlo più spesso!
Flop: In Memoriam o Memento Mori?
Inizia e si chiude su Gene Hackman il momento che tutti temiamo: il Memento Mori. L’In Memoriam di quest’anno, accompagnato dalle note dell’introduzione della Messa da Requiem di Mozart, è iniziato con il tributo di Morgan Freeman a Gene Hackman. “Il mio amico diceva: ‘Non penso a quello che lascerò, spero solo che la gente mi ricordi perché ho fatto del mio meglio’. Be’ Gene, sarai ricordato per quello e per molto altro ancora”.
Poi, però, è cominciata la solita sfilata funebre di ritratti tagliati male e appoggiati su video, con sottofondo angosciosissimo del Dies Irae. Sappiamo che trovare la formula giusta è una mission: impossible. Però… E poi: ma come si fa a dimenticare Alain Delon?! Non era facile fare di meglio?
Top: W la Mamma e W il Cinema!
Timothée Chalamet che si è portato tutta la family sul tappeto rosso, Zoe Saldaña che è salita sul palco urlando: “Mammaaaaa!”, Adrien Brody che nel suo (lunghissimo e commovente) discorso ha ringraziato “mia madre e mio padre che mi hanno dato le basi di rispetto, gentilezza e la forza di perseguire questo sogno”. Ma pure Mikey Madison (a sorpresa miglior attrice): “Grazie a mamma, papà, mia sorella, il mio fratellino, il mio gemello” e Sean Baker (miglior regista) che ha detto: “Mia mamma mi ha introdotto al cinema a 5 anni e oggi è anche il suo compleanno, questo Oscar è per te”. La mamma è sempre la mamma, pure (e soprattutto) quando vinci un Oscar.
Timothée Chalamet che si è portato tutta la family sul tappeto rosso, Zoe Saldaña che sale sul palco urlando: “Mammaaaaa!”, Adrien Brody che nel suo (lunghissimo e commovente) discorso ringrazia “mia madre e mio padre che mi hanno dato le basi di rispetto, gentilezza e la forza di perseguire questo sogno”. Ma pure Mikey Madison (a sorpresa miglior attrice): “Grazie a mamma, papà, mia sorella, il mio fratellino, il mio gemello” e Sean Baker (miglior regista) che dice: “Mia mamma mi ha introdotto al cinema a 5 anni e oggi è anche il suo compleanno, questo Oscar è per te”. La mamma è sempre la mamma, pure (e soprattutto) quando vinci un Oscar. E il cinema resta sempre il cinema: “Recitare è una professione fragile, delicata, sembra clamorosa e a volte lo è, ma quando riesci a mettere le cose in prospettiva al di là di dove sei nella tua carriera, tutto può svanire. E quello che rende la serata speciale è prendere consapevolezza di questo”, ancora Brody. E di nuovo anche Baker, al quale è riuscito il colpaccio con Anora: “Registi, fate film da proiettare al cinema; distributori, focalizzatevi sui film da proiettare al cinema; genitori, portate i vostri bambini al cinema. Solo così riusciremo a tenere viva questa esperienza”.
E il cinema resta sempre il cinema: “Recitare è una professione fragile, delicata, sembra clamorosa e a volte lo è, ma quando riesci a mettere le cose in prospettiva al di là di dove sei nella tua carriera, tutto può svanire. E quello che rende la serata speciale è prendere consapevolezza di questo”, ha detto Brody.
E anche Baker, al quale è riuscito il colpaccio con Anora: “Registi, fate film da proiettare al cinema; distributori, focalizzatevi sui film da proiettare al cinema; genitori, portate i vostri bambini al cinema. Solo così riusciremo a tenere viva questa esperienza”. W il cinema! Siete d’accordo con questo messaggio?
E voi, cosa ne pensate di questi Oscar 2025? Quali sono stati i vostri momenti top e flop? Condividete la vostra opinione nei commenti qui sotto! Non dimenticate di condividere questo articolo sui social media e di seguire il mio sito per altre news e approfondimenti sul mondo dello spettacolo: https://viral.begastyle.com.